venerdì 14 aprile 2017

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

FANTASMI CLANDESTINI


Ritornano i tre amici, coraggiosi protagonisti de I bambini di cristallo: Aladdin, Billie e Simona sono nuovamente alle prese con una vicenda inquietante, i furti nel ristorante dei genitori di Aladdin e le ambigue apparizioni nella neve di un bambino in pantaloncini corti. In Il bambino argento, la nuova prova della svedese Kristina Ohlsson, ritroviamo dunque gli stessi personaggi e le ambientazioni inquietanti che già avevano caratterizzato il romanzo precedente. In questo caso il protagonista della vicenda è Aladdin, di origini turche ma ben ambientato nella cittadina di Ahus; le cose non vanno molto bene per la sua famiglia, proprietaria di un noto ristorante, da cui spariscono nottetempo cibi e bevande. I genitori dunque cominciano a pensare di non essere più tanto benvoluti in quella tranquilla cittadina nordica, soprattutto da quando nel porto è ormeggiata una nave carica di profughi siriani, sospesi nel limbo che precede l'accoglimento della richiesta di asilo politico.
In questo clima di incertezza, Aladdin comincia ad avvistare uno strano ragazzino, che gira con vestiti antiquati. Un ragazzino talmente strano da non lasciare impronte nella neve. Nello stesso tempo a scuola viene assegnato come compito una ricerca su eventi e personaggi della cittadina. Il nostro coraggioso protagonista decide di occuparsi di un furto di argento avvenuto un secolo prima, furto che aveva gettato nello scompiglio tutta la comunità. All'origine di questo furto, una rivalità in amore fra due uomini, uno provetto gioielliere, l'altro antenato dell'uomo tuttofare che lavora nel ristorante.
Come si vede, c'è un bell'intreccio, in cui è possibile districarsi solo ai tre giovani protagonisti, amici per la pelle e solidali fra loro nelle indagini come nella vita. Come è giusto nella logica di un buon romanzo giallo, tutti i tasselli trovano il loro giusto posto solo nel finale, che per ovvi motivi non svelo. L'autrice è davvero brava a mescolare la vita quotidiana di una cittadina qualsiasi con quella vena un po' mistery, quel pizzico di sovrannaturale che dà un segno diverso ai tanti spunti presenti nella narrazione. Presente e passato si contendono la scena: il presente incarnato dal barcone dei migranti, con tutti i contrasti, fra diffidenza e solidarietà, che questa presenza comporta. E il passato, che, come in molti romanzi dei giallisti nordici, ritorna a presentare il conto: ingiustizie patite, crimini irrisolti, discendenti ancora turbati dalle pesanti eredità di congiunti dai discutibili comportamenti.
In questa atmosfera di mistero si muovono i tre ragazzini, legati da un'amicizia così forte da fargli condividere preoccupazioni e pensieri, ma anche indagini clandestine.
Come dicevo, tutto nel finale trova la giusta collocazione, ma con un discreto margine di dubbio. Dubbio sul futuro, che appare più incerto di quanto si vorrebbe, dubbi sul destino dei profughi, sopportati forse, ma non accettati; dubbi anche sul fatto che la nostra percezione della realtà non sia almeno in parte illusoria.
Significativa e realistica questa sottolineatura dell'incertezza del nostro presente, che ci ricorda quanto sia cambiata la percezione del vivere comune.
Bel romanzo, si legge tutto d'un fiato e lascia nella giovane lettrice e nel giovane lettore, a partire dai dodici anni, una dose salutare di dubbi.

Eleonora

“Il bambino argento”, K. Ohlsson, Salani 2017


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