domenica 18 giugno 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


L'ORO LIQUIDO

I doni degli dei, Giusi Norcia, Marcella Brancaforte


ILLUSTRATI


" 'Padre mi fai un regalo?' disse un giorno la dea Atena al saggio Zeus.
'Un regalo?'
'Proprio così.'
'E cosa vorresti, ragazza mia?'
'Voglio una città' fece lei.
'Una città tutta per me.' "

Tutto quello che passa per il mito è spesso frutto di ghiribizzi tanto umani quanto divini nella convinzione di ottenerli.
Atena, figlia di Zeus, vuole una città che sia sua e che porti per l'eternità il suo nome. Zeus, alla sua 'ragazza', vuole offrire ogni opportunità di felicità. Quindi anche una città.
Purtroppo però Atena ha scelto il posto sbagliato dove scavarne le fondamenta: quel luogo è già oggetto del desiderio di qualcun altro, qualcuno che nella divina gerarchia conta parecchio, Poseidone, il dio delle acque e fratello di Zeus.


Negare un desiderio alla propria figlia non vuole, ma anche con il fratello Zeus deve fare i conti. Decide così di 'metterla all'asta': ognuno dei due contendenti dovrà offrire alla nascitura città un dono e spetterà ai cittadini stessi decidere quale dei due regali si rivelerà maggiormente gradito per loro.
Poseidone dà vita a una fonte di acqua salata, scagliando il suo tridente nella roccia, un gesto pieno di potenza, e Atena invece, delicatamente, si inchina verso la terra e si limita a piantare un seme di un albero che di lì a poco crescerà rigoglioso, un ulivo, dal cui frutto, se premuto, sgorga una goccia di oro liquido, l'olio.
La vittoria appare scontata...



Un testo conciso, quello di Giusi Norcia, che racconta il mito legato alla nascita del nome Atene. Conciso è anche il formato dell'ultimo libro poster - i libri da parati - che VerbaVolant, piccola casa editrice siracusana, ha appena pubblicato. Ai disegni Marcella Brancaforte, siciliana doc, importata a Tuscania da molti anni.
La caratteristica dei disegni di Marcella Brancaforte che più mi colpisce è il tono 'classico', seppure qui velato di una sottile ironia che emerge qua e là. 
Le sue tavole sembrano sempre appartenere a un'epoca che porta in sé un po' di eternità, ironia compresa. I disegni, ma soprattutto le figure umane, sempre molto caratterizzate e riconoscibili come sue, i grandi occhi espressivi, le gote colorite, travalicano mode e stili.
Se un legame lo si vuole trovare a tutti costi, forse tanto per quel che riguarda la tavolozza dei colori quanto per quel che concerne il gusto 'scenografico' molto potente, lo si potrebbe cogliere con Luzzati, in particolare nei suoi allestimenti per il teatro.
Nel libro poster Il dono degli dei, proprio per il suo formato particolare, che con la scenografia per forza di cose ha delle tangenze, lo spazio vuoto, ovvero il bianco del foglio, viene tutto impiegato per accogliere la composizione. Non ci sono pause del disegno: è un unico grande e felice intreccio di manti, tronchi, figure, monumenti e fronde, tante bellissime fronde di ulivo.


La difficoltà intrinseca in questo tipo di oggetto sta proprio in questo: nell'essere contemporaneamente un 'libro' e quindi l'illustratore deve dimostrarsi capace di intrattenere con il testo scritto un dialogo figurato, ma nello stesso tempo, è anche un 'manifesto', dove chi disegna deve essere in grado di immaginare la stessa storia in una composizione unica che la riassuma e soprattutto ne restituisca immediatamente allo sguardo, il senso più profondo.
Ecco, Marcella Brancaforte ci è riuscita appieno.

Carla


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