venerdì 1 dicembre 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL VECCHIO E IL BAMBINO
 
Sai fischiare Johanna? Ulf Stark, Olof Landström 
(trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2017


NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)

"'Vorrei avere anch'io un nonno', mormora. 'Cosa fanno i nonni, tipo?'
'Vediamo', rispondo. 'Ti offrono il caffè e poi mangiano i piedini di maiale in gelatina. E qualche volta ti portano a pescare sul lago.' 'E perché io non ce l'ho un nonno?' chiede Berra. 'Non saprei', rispondo. 'Però so dove puoi trovarne uno.'"

Altalena fatta in casa con un'asse e un bidone al centro: da un lato Berra (all'anagrafe Bertil) e dall'altro Ulf. In due fanno quattordici anni, sette a testa. Ulf sta per andare a casa a farsi bello per andare a far visita a suo nonno, che compie gli anni. Il regalo per lui è un grande sigaro, ma Ulf sa che anche il nonno avrà qualcosa in serbo per lui, le cinque corone che ogni volta che si vedono il nonno elargisce. I nonni son così. 


Il mattino seguente è il momento di andare a cercare un nonno anche per Berra. E quale luogo più ricco c'è in fatto di vecchietti e vecchiette se non la casa di riposo? Berra, in ghingheri per l'occasione, ha rubato un fiore per il suo futuro nonno che trova al di là di una porta socchiusa alla fine del corridoio dell'ospizio.
Si sa che quando l'aspettativa è alta, si tende a bruciare i preliminari e le tappe intermedie: così Berra davanti a quel vecchietto che sta facendo il suo solitario non esita neanche un secondo e, nel porgergli la calendula rubata, esordisce con un semplice 'Tieni, nonno!'. Gli anziani sono sempre un po' in dubbio su quel che gli capita, così anche Nils, il nuovo nonno di Berra, è perplesso, ma a vedere tanta sicurezza in quel bambinetto, smette di dubitare e abbraccia felice il suo nipotino, nuovo di zecca.
E così comincia questo bellissimo legame tra due che fino a ieri non si conoscevano neppure: un bambino e un vecchietto della casa di riposo. Tanto forte e autentico quanto improvviso e inaspettato. Accomunati da un cerotto sul mento, questi due sono subito nonno e nipote e, come tali, fanno insieme un mucchio di cose. La più bella di tutte: la costruzione di un aquilone con il foulard di seta della cara Johanna, l'amata moglie perduta.
Bisogna aspettare il vento per farlo volare.


I giorni passano, si festeggia un compleanno segreto, ci si rade, si rimugina, ci si riposa, ci si arrampica su un ciliegio a mangiar ciliegie, ma soprattutto Berra si esercita a fischiare come Nils gli ha insegnato.
Soffia, sbuffa, sibila, prova e riprova per intere settimane, fino al giorno in cui si sente pronto.
Della canzone Sai fischiare Johanna? il piccolo Berra non sbaglia una nota, lì in piedi, davanti alla bara di Nils.


Il vento è arrivato finalmente e ora l'aquilone può volare!


L'allegra marcetta Sai fischiare Johanna, un foxtrot degli anni Trenta, cantato a due voci, è la miglior colonna sonora per questa piccola storia piena di tenerezza che Iperborea ha (ri)pubblicato nella sua nuova collana I miniborei che si distingue per ottimi scelte e per eleganza.
Attraversata dalla consueta lieve vena di follia che caratterizza i racconti di Ulf Stark, ancora una volta costruita intorno a un vecchio e a un bambino, come a voler dimostrare che le due categorie umane hanno parecchio da dirsi, anche Sai fischiare Johanna? lascia dietro di sé una scia di aria fresca e tersa, come spesso accade con la narrativa scandinava per l'infanzia.
Scevra da ogni sentimentalismo, racconta con serenità la storia di due ragazzini e di un nonno trovato.
A passo sicuro, con i disegni 'perfetti' di Olof Landström, il racconto va verso la prevedibile fine del vecchietto, non prima però di aver consolidato le singole relazioni umane, attraverso alcuni passaggi imprescindibili: dalla parte dei piccoli, la cura e dalla parte del vecchio, l'insegnamento.
Messo al sicuro questo snodo, la storia può in tutta tranquillità andare incontro alla separazione di nonno e nipote che, però, non ha nulla di doloroso, nella sua ineluttabilità. Al contrario, si caratterizza per leggerezza, la stessa che assume quel foulard di seta, affettuoso ricordo di un amore, quando si alza nel cielo per il suo primo volo.



Carla

Noterella al margine. Curiose connessioni tra il volo di un aquilone e la morte si possono stabilire con due oggetti diversissimi tra loro: da un lato gli endecasillabi di Pascoli (L'aquilone del 1897) e dall'altro le immagini di un ulteriore libro scandinavo in cui è di nuovo un aquilone ad accompagnare una partenza definitiva (B. Oskarsson, The Flat Rabbit, Owlkids Books 2014).




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